Velina- Val Grande

Data della gita: 31 gennaio 2016
Difficoltà escursionismo: EE (escursionisti esperti)
Tempi di percorrenza da Ponte Casletto a Velina 1h40′, permanenza a Velina 2h25′ (1h40′ soste), da Velina a Cicogna 2h15′.
Dislivello: 820m salita- 500m discesa
Lunghezza del percorso: 11,0 km
Percorso: Ponte Casletto (411)- sentiero del torrente- Ponte Velina (470)- Velina di Sotto (660)- Velina Baserga (690)-Velina di Mezzo (790)- Velina di Sopra (834)- Velina di Mezzo (790)- Velina Baserga (690)- Alpe Crosone (680)-Uccigiola (789)-Montuzzo (630)- Torchio del Runchett (680)-Alpe Casce (720)- Agriturismo Merina (780)- Cicogna (732)
Accesso alla località di partenza: Traghetto Laveno- Intra. Prendere per Trobaso e svoltare per Santino e Rovegro. una stretta e tortuosa strada porta a Cicogna dove è possibile parcheggiare. Tra Rovegro e Cicogna si può parcheggiare (posti limitati) lungo la strada a Bignugno 1km prima di Ponte Casletto
Partecipanti: 17: Leo (capogita), Emilio, Mauro DP, Andrea, Roberto, Dario, Ezio, Paolo, Salvatore, Luca, Stefano, Mauro DM, Raffaella, Cinzia, Emilia, Guido, Carmen.
Meteo:

bello, mite per la stagione.

Escursione nel cuore del Parco Nazionale della Val Grande, l’area selvaggia più estesa d’Italia. Il parco comprende, oltre la Val Grande propriamente detta, la Val Pogallo e parti delle valli Vigezzo, Cannobina, Ossola e Intrasca.
La Val Grande, un tempo popolata da alpigiani e boscaioli ha subito nel dopoguerra un progressivo spopolamento che ha portato la natura a riprendere il possesso del territorio.
L’impervio territorio, tra valli profonde, dirupati pendii, aspre rocce e fitti boschi era percorso da vari sentieri che collegavano gli alpeggi, i maggenghi e i centri di sfruttamento del legname. Questi sentieri, con il mancare della presenza umana, sono andati persi o in stato di abbandono. L’ente parco riconosce come propri i sentieri principali, comunque non agevoli, ed ha lasciato gli altri.
Condotta da Leo, la gita prevede la traversata da Ponte Casletto a Cicogna, passando da Velina. Partecipano 17 escursionisti. Ci organizziamo con le macchine ed iniziamo il cammino a Ponte Casletto, dove confluiscono i rii delle valli Grande e Pogallo, formando il torrente San Bernardino. Prendiamo il “sentiero del torrente”, percorso sul lato orografico destro del Rio Val Grande. Questa via è stata chiusa nel 1999 da un’ordinanza comunale a causa della sua pericolosità. Da un paio di anni, dopo lavori di ripristino e messa in sicurezza è stato tolto il divieto di accesso. Non sono stati tolti i cartelli di divieto, penso, per evitare che escursionisti occasionali possano avventurarsi su questo sentiero che resta comunque pericoloso ed adatto solo ad esperti. Da informazioni raccolte in giornata veniamo poi a sapere che è in corso una controversia con l’ente parco che, per evitare rischi di incidenti, vuole chiudere la via e, addirittura, togliere i ponti e passerelle. Il sentiero del torrente non è percorribile in caso di presenza di ghiaccio. Noi siamo passati perché veniamo da una settimana di temperature miti. La settimana prima non saremmo potuti passare.
Dalla strada sul Ponte Casletto (411) scendiamo su una scala che porta al percorso costruito con passerelle di legno e tratti su cemento che portano alla diga. Attraversiamo alcune strette gallerie (necessaria la pila frontale) lungo il canale dell’acqua e superiamo brevi tratti ghiacciati. Fino alla diga il percorso è ben protetto ed adatto a tutti. Dopo la diga la via si fa difficoltosa ed esposta. Sulle cenge esposte il percorso è attrezzato con catene. Gradini metallici e intagli superano placche rocciose. Uno stretto ponte metallico sospeso attraversa un profondo canale. Passerelle di buona consistenza, realizzate con legname del posto consentono il superamento di passaggi difficoltosi. Il percorso risale fedelmente il corso del terrente discostandosi solo per brevi tratti. Ignoriamo il bivio per Orfalecchio e scendiamo al ponte di Velina (470). Attraversato il ponte iniziamo la risalita sulla mulattiera che risale a tornanti il pendio fino ad arrivare alle baite di Velina di Sotto o Curt Fund (660). Ci spostiamo alle vicine baite di Baserga (690) dove deviamo a sinistra salendo ai ruderi di Velina di Mezzo o Curt Mezz (790) per proseguire fino alle baite di Velina di Sopra o Curt dzura (834). Ci concediamo la pausa per lo spuntino e per osservare le cime circostanti. Dopo le rituali foto di gruppo riprendiamo il cammino tornando sui nostri passi fino a Baserga. Facciamo conoscenza di Piero, il solo abitante di Velina, custode e gestore del bivacco “Amici 3 Veline”, vive qui curando il bosco e tenendo pulito i 4 piccoli borghi del maggengo di Velina. Visitiamo il bivacco e chiediamo informazioni sulla possibilità di alloggiare in una prossima escursione. Salutato Piero prendiamo il sentiero verso Cicogna. Un ripido sentiero scende nella valle del Rio Velina. Durante la discesa accade un imprevisto: Carmen scivola sulle foglie secche perdendo l’equilibrio e cadendo fuori sentiero, rotola urtando su rocce lisce e fermandosi dopo qualche metro sul sentiero sottostante. Fortunatamente Carmen non ha preso colpi in testa e se l’è cavata con una forte botta sulla coscia e un grosso spavento che coinvolge noi tutti. A botta calda, a parte il dolore, riesce a riprendere il cammino e proseguire sulle proprie gambe. Scendiamo al torrente che guadiamo risalendo sul versante opposto. La via non è mai agevole comunque i tratti più pericolosi sono attrezzati con catene ma non bisogna mai distrarsi. Il sentiero è un continuo saliscendi nei boschi che taglia i ripidi pendii. Lungo il percorso troviamo, in successione, i ruderi di Crosone (680), quelli di Uccigiola (789) e le baite di Montuzzo (630). Passiamo dalla costruzione cilindrica del Torchio del Runchett (680). Superata una piccola cappella nel bosco sbuchiamo alla piattaforma di atterraggio per l’elicottero, posta alla fine della strada proveniente da Cicogna. Trovato un passaggio in auto per Carmen ci incamminiamo sulla pista sterrata in leggera discesa che passa poco sopra le baite dell’Alpe Casce (720). Prima di raggiungere Cicogna deviamo a sinistra salendo all’Alpe Merina (780) dove, all’agriturismo, ci concediamo la consueta birra di fine gita. Scendiamo a Cicogna (732) dove si conclude il nostro cammino. Recuperate le macchine facciamo rientro a casa.

dm

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