Anello del Torrione Valsolda

Data della gita 17 ottobre 2021
Difficoltà escursione EE
Tempi di percorrenza

3h38′ al Torrione, 1h07′ sosta, 2h51′ ritorno. Tempo impiegato: 7h36′ (5h52′ di cammino, 1h44′ di soste).

Dislivello 1100m
Lunghezza del percorso 16,9 km
Percorso

Seghebbia (1115)- ponte (1020)- Alpe Pramarzio (1060)- Pralungo (1116)- bivio (1075)- bivio (1190)- Alpe Fiorina (1348)- bocchetta del Boj (1454) -bocchetta (1560)- bivio Fiorina-Torrione (1660)- Torrione (1805)- Torrione N (1809)- Cima di Fiorina (1810)- passo di Fiorina (1688)- bocchetta San Bernardo (1586)- Colmo di San Bernardo (1616)- colle (1577)- Monte Cucco (1624)- Piano della Forcoletta (1505)- San Lucio (1530)- chiesetta degli Angeli Custodi (1323)– Seghebbia (1115)

Accesso alla località di partenza Cuveglio- dogana Ponte Tresa- Lugano- Dogana Gandria/ Oria- Porlezza- Val Rezzo. Fine della strada a Seghebbia. Parcheggio nella piazzetta del paese
Partecipanti

9: Dario (capogita), Andrea, Beppe, Daria, Davide, Domenico, Ezio, Irene, Maurizio.

Meteo

bello e limpido in quota, leggera foschia sui laghi e nelle valli.

Bella e appagante gita in montagna con continui cambi di paesaggi. Si va dai verdi pascoli della Val Rezzo alle faggete della Valsolda tra torrioni calcarei, dai mugheti alle quote più alte ai dolci motti di paglione tra Val Colla e Cavargna. Tutto ciò condito dai colori autunnali e dagli ampi panorami.

Siamo in 9 escursionisti ed arriviamo al piccolo borgo di Seghebbia (1115) dove parcheggiamo nella piazzetta del paese. Raccolte le autocertificazioni richieste dal CAI in materia di covid, iniziamo il cammino. Contrariamente alla consuetudine la marcia inizia in discesa. Torniamo lungo la strada all’entrata del paese e dopo il cimitero deviamo a destra scendendo nei prati tra le stalle per prendere un sentiero nel bosco che scende ad un ponticello di legno (1020) che attraversa il torrente Rezzo. Risaliamo sul versante opposto raggiungendo gli ampi prati verdi dell’Alpe Pramarzio (1060). La via prosegue su dolci pendenze lungo la pista agricola che percorre l’ampia distesa erbosa del Pralungo (1116). Pieghiamo a sinistra su un sentiero in leggera discesa nel bosco. Superiamo un cancello di ferro ed arriviamo ad un bivio (1075) dove deviamo in direzione dell’Alpe Fiorina. Dopo un tratto pianeggiante in ampia faggeta il percorso sale decisamente costeggiando pareti rocciose. Dopo uno slargo (1210) troviamo il cartello che ci indica l’entrata nella Riserva Naturale Integrale della Valsolda. E’ vietato l’ingresso ma è consentito il transito unicamente lungo i due sentieri ufficiali. Proseguiamo ora risalendo nella valle percorsa dal torrente Valle Riccola che, dopo vari risvolti ci conduce alla radura dell’Alpe Fiorina (1348) dove è situato un bivacco dell’Ersaf (ente forestale lombardia), tavolo con panche e una fontana. Ci concediamo una pausa per rifocillarci di un quarto d’ora e riprendiamo il cammino. Pieghiamo a sinistra sul sentiero che si inerpica sul versante destro della valle. Guadagnando quota iniziano ad aprirsi visuali sulle valli, la foresta, i laghi. Una breve deviazione ci porta ad un terrazzino panoramico. Ripresa la via saliamo alla bocchetta del Boj (1454) per poi proseguire su un tracciato che taglia il pendio in spazi aperti che offrono ampi panorami. Dopo vari saliscendi arriviamo ad una bocchetta (1560) e poco dopo, nel bosco, ad un bivio. Svoltiamo a destra salendo lungo la dorsale SE del Torrione. Arriviamo al bivio (1660), segnato da cartelli, tra le vie per la Fiorina o il Torrione. La via per la Fiorina è un normale sentiero di montagna mentre quella per il Torrione è un sentiero alpino impegnativo e, a tratti, esposto. Valutate le capacità dei partecipanti optiamo per la via più difficile affiancando i meno esperti ai più preparati. La traccia è esile ma ben segnata, occorre spesso l’appoggio delle mani sulla roccia o sul paglione. Questo tratto è da percorrersi solo in salita e in condizioni di asciutto. Con la dovuta attenzione percorriamo il ripidissimo sentiero che ci porta alle rocce dell’ampia cima del Torrione (1805) segnata da una piccola croce metallica. La vista spazia dalle foreste con i colori autunnali, ai torrioni calcarei sottostanti, ai laghi, alle cime dell’arco alpino. Ci concediamo una lunga sosta in vetta per lo spuntino e per un po’ di relax al sole. Dopo le rituali foto di gruppo riprendiamo il cammino. Per scendere dalle rocce sommitali occorre calarsi da una paretina di roccia attrezzata con una corda. Effettuata la calata senza intoppi proseguiamo sul sentiero che percorre la cresta N del Torrione. Il sentiero, tra i pini mughi, sale alla cima N del Torrione (1809) e, oltrepassato il cartello che segna l’uscita dalla riserva integrale raggiunge la sella di confine con il territorio elvetico. Una deviazione di poche decine di metri ci porta alla Cima di Fiorina (1810), punto più alto di giornata. Firmiamo il libro di vetta situato alla base della croce di legno e riprendiamo la marcia. Tornati alla sella proseguiamo in direzione di San Lucio. Il sentiero che segue la linea di confine, scende al passo di Fiorina (1688) e quindi alla bocchetta San Bernardo (1586). Saliamo sul mottone del Colmo di San Bernardo (1616). La via si abbassa ad un colle (1577) per risalire dolcemente al Monte Cucco (1624). Dal Monte Cucco scendiamo decisamente al Piano della Forcoletta (1505) per proseguire sul percorso che, aggirata la cima dell’ultimo mottone, ci porta alla sella con la chiesa di San Lucio (1530) situata sull’omonimo passo, antica via di comunicazione tra la Val Cavargna e la Val Colla. Dopo una breve sosta ristoratrice riprendiamo il cammino sulla strada forestale che scende a Dasio. Deviamo su una scorciatoia che passa da un roccolo e ritorna sulla strada. Arriviamo alla chiesetta degli Angeli Custodi (1323) dove deviamo a destra su pista forestale che ci riporta a Seghebbia chiudendo l’anello.

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