Tekking Mesenzana (Val Travaglia)

Data della gita 22 febbraio 2023
Difficoltà escursione E
Tempi di percorrenza

3h20′ salita (15′ soste), 53′ pausa, 2h07′ discesa. Tempo impiegato: 6h20′ (5h12′ marcia, 1h08′ soste)

Dislivello 700 m
Lunghezza del percorso 12,3 km
Percorso

Mesenzana (278)- Cavojasca (440)- strada dei Mojanchi- carbonera- nuove trincee- strada militare- percorso didattico trincee- forte Vallalta (780)- gallerie-piazza d’armi sentiero bosco- strada militare- Mesenzana (278)

Accesso alla località di partenza Mesenzana- parcheggio Municipio
Partecipanti 19: Dario (capogita), Alberto (guida), Aldo, Angelo, Domenico, Elisabetta, Enrico, Fiorella, Giorgio, Jessica, Liliana, Maurizio, Mauro, Michael, Pierre, Regina, Roberta, Roberto, Silvano.
Meteo

Nuvoloso e fosco.

L’uscita di oggi della serie “un mercoledì da mufloni” del CAI di Laveno Mombello si svolge interamente nel territorio comunale di Mesenzana. Abbiamo la fortuna di avere la compagnia del “padrone di casa”, il sindaco di Mesenzana Alberto Rossi, promotore del recupero di vari sentieri e della creazione di aree didattiche che rendono interessante ed istruttivo il cammino. Oggi ci farà da guida.
Ci ritroviamo in 19 al Municipio di Mesenzana e, sotto un cielo grigio, iniziamo il cammino. Dopo aver attraversato il ponte sul Chiesone usciamo dal borgo e deviamo sulla via acciottolata che risale lungo il lato orografico destro del torrente. Sulla via Alberto ci fa notare alcune rocce (pietra Mesenzana) che sono oggetto di studio perché di antica datazione geologica. Superati alcuni terrazzamenti arriviamo ai ruderi di Cavojasca, importante nucleo di probabile origine celtica abitato fino al 1943. Dopo aver visitato questa località, illustrata da pannello didattico riprendiamo la via lungo la strada dei Mojanchi (via delle terre umide), pista forestale risultante anche sulle mappe del 1700. Al bivio per S.Michele deviamo a sinistra salendo decisamente nel rado bosco su terreno instabile. La salita prosegue su minori pendenze e terreno solido fino alla piazzuola della carbonaia. Un pannello illustra le caratteristiche di questa tecnica per produrre carbone dal legname del bosco. Lasciamo il sentiero che sale direttamente alla via militare per svoltare a sinistra su un tracciato, recuperato la scorsa estate, che taglia il pendio e percorre tratti di trincee e postazioni di mitragliatrice della Frontiera Nord. Un ripido tratto ci porta sulla strada militare. Percorriamo un breve tratto della pianeggiante strada in direzione di Vallalta fino al pannello che segna l’inizio del percorso didattico della Frontiera Nord. Un ripido sentiero, in parte scalinato si abbassa di un centinaio di metri di quota per imboccare una galleria. In realtà l’entrata è stata occlusa da una frana per cui si entra dallo stretto passaggio di una postazione di mitragliatrice. Indossate le pile frontali percorriamo la galleria che ha alcune diramazione verso altre postazioni. Dalla galleria usciamo in una stretta valle da cui si accede alla seconda galleria. L’uscita di questa galleria è chiusa da un portello da richiudere con chiavistello. Il percorso risale brevemente al cancelletto di una trincea dove c’è il piccolo locale con la ricostruzione del posto di comando. Qui Alberto espone il susseguirsi di eventi che hanno portato alla I Guerra Mondiale e i motivi della costruzione delle fortificazioni della Frontiera Nord. Dal telefonino ci fa ascoltare un dialogo tra militari nell’ipotetico scenario di un attacco tedesco dalla Svizzera. Tra ripide scalinate e strette trincee risaliamo alle postazioni di mitragliatrici e di artiglieria e, attraversata la strada militare, saliamo ai cancelli di entrata del forte Vallalta. Una breve deviazione ci porta al punto panoramico davanti ai finestroni del forte. Oggi, purtroppo, col tempo grigio e fosco il panorama non è un granché. Possiamo immaginarlo dal pannello fotografico che illustra i nomi dei monti che si vedono. Questo punto è chiamato “O u rump o u moeur”, il motto del battaglione Alpini Intra cui è dedicato. Con le chiavi che ci siamo fatti prestare in comune di Mesenzana apriamo i cancelli per una visita alle ampie sale della batteria in caverna. Sui tavoli da picnic davanti al forte ci concediamo la sosta per il pranzo al sacco in clima di allegro convivio. Dopo la sosta tralasciamo la programmata salita al buco del diavolo ed iniziamo subito la discesa. Assistiamo i meno preparati nel delicato passaggio attrezzato che porta all’ingresso nella galleria. Accese le frontali scendiamo la ripida scalinata interrotta da alcune uscite intermedie. Dopo uno stretto passaggio dove bisogna togliere lo zaino e altre scalinate sbuchiamo in Piazza d’Armi, valle chiusa da due alte pareti laterali. Il percorso in programma rientrava nella galleria che usciva sopra le pareti del Sasso Bianco. Cambiamo programma e seguiamo Alberto che ci guida su un nuovo sentiero di recentissima costruzione. Su scalinata risaliamo nella valle fino all’uscita precedente, proseguiamo varcando la spalla e scendendo dal pendio. Il percorso contorna la base di una parete rocciosa e, attraversata una valle si porta ad una pista che va ad immettersi sulla strada che scende da Vallalta. Noi, invece, seguendo Alberto scendiamo su scorciatoia nel bosco che torna sulla strada alla sorgente della Madonna degli Ammalati per proseguire nuovamente fuori sentiero e sbucare sulla strada poco prima di arrivare a Mesenzana dove chiudiamo l’anello di questa interessante gita su percorsi in parte inediti.

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